Il corpo scalare.

Il corpo scalare.
Benin, Africa. 1996.

 

Le ragioni delle rappresentazioni dei corpi possono essere esplicite, ma posso anche essere implicite all’opera: ogni artista mette un’intenzione nella sua opera, ma allo stesso tempo è parlata, inconsciamente, dalla sua cultura e dalla sua storia personale, e parimenti negozia la forma dell’opera con le possibilità tecniche che sono medium e massaggio. Che cosa ci dice inconsciamente Lewis Carroll, descrivendo il corpo di Alice che cresce o rimpicciolisce a dismisura?

 

E così lo stesso per Fernando Botero che sceglie una rappresentazione rotonda dei corpi fino all’eccesso; e Gino De Dominicis che realizza uno scheletro di proporzioni colossali, intitolato “Calamita cosmica”. Le proporzioni delle cosiddette Veneri preistoriche sono simbolicamente esagerate, proiezioni tangibili della Dea Madre e della fertilità – e tuttavia c’è anche chi ha un’altra teoria in merito, la si trova qui ne il corpo archiviato – ma incorporano anche un inconscio personale e collettivo.

 

E ancora: quanti e quali salti evolutivi sono stati possibili grazie dall’handicap, ovvero: là dove la rappresentazione del corpo era ed è condivisa, quanto ha aperto a nuove possibili letture chi ha sofferto 200.000 anni fa di percezioni devianti o distorte del corpo proprio o altrui? Prima che Ippocrate, nel 460 a.C., ne rifiutasse il carattere soprannaturale, l’epilessia era considerata realtà esterna al corpo: demoni o divinità che lo possiedono. Oppure: in Benin, nel 1996, il Voodoo è riconosciuto religione ufficiale; i loa, spiriti responsabili dei vari aspetti della vita, detti anche cavalieri divini oppure Orisha nelle mitologie dell’Africa occidentale, possono “cavalcare” i fedeli, occuparli temporaneamente, per manifestarsi nel mondo terreno (cfr. William Gibson, che nei suoi romanzi di fantascienza chiama Loa le intelligenze artificiali, nate in Rete, che possiedono i corpi umani per colonizzare questo spazio al di qua dello schermo).

 

La Bibbia parla di Nephilim, i “caduti”, giganti ibridi nati dall’unione degli angeli con le donne mortali; nel LIbro dei Giganti, contenuto nel Libro di Enoch, i giganti insegnano agli umani la lavorazione dei metalli e altri mestieri, in contrasto con i dettami divini. L’umanità perde l’armonia e si diffonde la corruzione. A questo punto Dio fa imprigionare i giganti per mezzo degli Arcangeli. Nella mitologia greca i giganti, figli di Urano e di Gea, sono immortali e muovono guerra contro gli dei dell’Olimpo. Grazie all’intervento di Ercole vengono sconfitti, oppure imprigionati nelle profondità della terra; con i loro sussulti causano terremoti. Nella mitologia norrena i giganti esistono da prima della nascita del mondo così come lo conosciamo, che anzi ha origine proprio dal corpo di uno di loro, Ymir, spesso messo in relazione a Yama della mitologia indiana. Rappresentano il caos ancestrale che minaccia in continuazione il mondo razionale e ordinato degli dei, e nell’ora del Ragnarok, che porrà fine al mondo, i giganti attaccheranno la divina città di Asgard.

 

Secondo alcune teorie, fantasiose ma interessanti, una delle motivazioni per cui i trampolieri destano una certa forma di simpatia e di meraviglia ha a che fare con la posizione che dobbiamo assumere per osservarli: dal basso verso l’alto, piegando la testa all’indietro; la stessa postura che per anni abbiamo assunto da bambini nei confronti degli adulti – i giganti della nostra infanzia. Il trampoliere risveglia quindi in noi, inconsciamente, un periodo particolare – spensierato, oppure pieno di stupore e di timore – quello della nostra infanzia; insieme alla curiosità per il misterioso equilibrio che il trampoliere genitore gigante riesce a mantenere, pur così alto, sentimento simile a quello che si prova da piccoli, quando ancora si gattona, nel vedere un adulto.

 

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Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie, illustrazione della prima edizione, 1865.

 

Gino De Dominicis, “Calamita cosmica”, 1988.

 

Carri allegorici al Carnevale di Viareggio.

 

Fura del Baus, La Tosca al Circo Massimo di Roma.

 

Un gigante del manga “L’attacco dei giganti”, scritto e disegnato da Hajime Isayam, 2009.

 

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Performance.

 

Alla tua altezza.
Selezione di immagini da video.
Performance, 2021.

 

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Testi.

 

Il dono. (2019)
La storia dei fratelli Ugo, giganti di Vinadio.

 

Scatti in avanti. 8 di 16. (2016)
“In un libro fotografico in francese sul Parco dei Mostri di Bomarzo, datato 1950, trovo questo scatto: il fotografo ha fatto sdraiare una donna tra le fauci della bestia. Se la donna, ai tempi della fotografia, aveva – supponiamo – trent’anni, ogni ne ha novantasei. Mi auguro che sia ancora in vita, sono invece sicuro che il mostro sia ancora là. La vita basata sul carbonio è facile preda delle fauci del tempo.” […]

 

La recensione su BookCiakMagazine di
“Diranno di me – la vera storia di Shaye Saint John (2016)
“Viviamo sotto la luce, alla luce, ma in un mondo oscuro dove Solo gli amanti sopravvivono. Dove non basta fissare/indossare/declinare una maschera da Saw per declinare la propria appartenenza ad un mondo altro. Dove i mostri emergono dalle nostre teste per prendere vita in un caleidoscopio di storture e torture che istoriano corpo e mente in un gioco infinito di specchi rotti. Rotti come le anime sublimate nella loro ordinaria follia.” […]

 

 

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9 risposte a “Il corpo scalare.”

  1. […] archiviato. Il corpo volto. Il corpo intraspecifico. Il corpo radiografato. Il corpo divorato. Il corpo scalare. Il corpo svuotato. Il corpo taurino. Il corpo coreografico. Il corpo neurocognitivo. Il corpo […]

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  2. […] / 1969 d.C. – Il corpo inscatolato. / 1972 d.C. – Il corpo senza organi. / 1996 d.C – Il corpo scalare. / 1999 d.C. – Il corpo nascosto. / 2003 d.C. – Il corpo nella caverna. / 2003 d.C. – Il […]

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  3. […] / 1969 d.C. – Il corpo inscatolato. / 1972 d.C. – Il corpo senza organi. / 1996 d.C – Il corpo scalare. / 1999 d.C. – Il corpo nascosto. / 2003 d.C. – Il corpo nella caverna. / 2003 d.C. – Il […]

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  4. […] Il corpo scalare. Benin, Africa. 1996. “Le ragioni delle rappresentazioni dei corpi possono essere esplicite, ma posso anche essere implicite all’opera: ogni artista mette un’intenzione nella sua opera, ma allo stesso tempo è parlata, inconsciamente, dalla sua cultura e dalla sua storia personale, e parimenti negozia la forma dell’opera con le possibilità tecniche che…” prosequi qui la lettura. […]

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  5. […] inscatolato. 1970 d.C. – Il corpo cittadino. 1972 d.C. – Il corpo senza organi. 1996 d.C – Il corpo scalare. 1999 d.C. – Il corpo nascosto. 2001 d.C. – Il corpo elevato. 2003 d.C. – Il corpo nella […]

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  6. […] inscatolato. 1970 d.C. – Il corpo cittadino. 1972 d.C. – Il corpo senza organi. 1996 d.C – Il corpo scalare. 1999 d.C. – Il corpo nascosto. 2001 d.C. – Il corpo elevato. 2003 d.C. – Il corpo nella […]

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