Il corpo senza organi.

Il corpo senza organi.
da “Millepiani” di Gilles Deleuze e Félix Guattari
1972

Su di esso dormiamo, vegliamo, combattiamo, vinciamo e siamo vinti, cerchiamo il nostro posto, conosciamo le nostre inaudite felicità e le nostre favolose cadute, penetriamo e siamo penetrati, amiamo. […] Il Corpo Senza Organi porta a una percezione di sé più acuta. E’ quella cosa che ci rimane dopo che ci è stato tolto tutto. E’ un corpo fatto apposta per sentire l’intensità. Senza onde d’intensità, il Corpo Senza Organi rimane vuoto. L’intensità è sempre e comunque pericolosa, perché è un’esperienza al limite.

Il desiderio passa certo per il corpo, per gli organi, ma non per l’organismo. […] Il Corpo Senza Organi è la materia che riempie sempre lo spazio a tale o tal altro grado di intensità, e gli oggetti parziali sono questi gradi, queste parti intensive che producono il reale nello spazio a partire dalla materia come intensità = 0. Il Corpo Senza Organi è la sostanza immanente, nel senso spinoziano della parola; e gli oggetti parziali sono come i suoi ultimi attributi, che gli appartengono appunto in quanto sono realmente distinti e non possono in quanto tali escludersi oppure opporsi.

Gli oggetti parziali e il Corpo Senza Organi sono i due elementi materiali delle macchine desideranti schizofreniche: gli uni come pezzi lavorativi, l’altro come motore immobile; gli uni come micromolecole, l’altro come molecola gigante, entrambi in un rapporto di continuità alle due estremità della catena molecolare del desiderio.

 

Antonin Artaud
Reduce da anni di internamento psichiatrico e da 51 sedute di elettroshock, alla trasmissione radiofonica “Per farla finita con il giudizio di dio”
28 novembre 1947.

Legatemi pure se volete / ma non c’è nulla che sia più inutile di un organo / quando avrete fatto all’uomo / un corpo senza organi / l’avrete liberato di tutti i suoi automatismi / e restituito alla sua vera libertà.

 

Orlan
Intevista a Rossella Traversa
Ars Life, 2020.

A differenza della body-art, non tento di raggiungere i miei limiti fisici o psicologici. Mi oppongo ai dettami della nostra società ostile alla carne. E metto in discussione la bellezza, che per me è solo una questione di ideologia dominante tipica di ogni determinato periodo storico e di ogni contesto geografico specifico.

Questo è il motivo per cui ho deciso di farmi impiantare due protesi alle tempie che formano due bozzi. Infatti quelle protesi, che di solito vengono posizionate per aumentare gli zigomi, le ho fatte inserire alle tempie per performare la chirurgia estetica in modo tale da non raggiungere la bellezza.

Perché se vengo descritta senza essere anche vista come una donna con due bozzi alle tempie, sono considerata orribile, mostruosa, non desiderabile. Se invece sono vista le cose possono cambiare totalmente e questi bozzi con il tempo sono diventati organi di seduzione.

Fra il 1990 e il 1993 mi sono sottoposta a nove operazioni. Ho organizzato, orchestrato e messo in scena in maniera completamente volontaria una serie di operazioni chirurgiche dal titolo The Reincarnation of Saint Orlan e Image / New Image, perché volevo scolpirmi, costruire una nuova immagine attaccando le maschere dell’innato e mettendo in discussione le nozioni di bellezza.

Ma non volevo – a differenza di quanto hanno riportato alcuni giornali molto popolari – prendere come riferimento figure quali Venere, Psiche, Monna Lisa, etc… proprio perché intendevo criticare, smantellare, distruggere questi modelli. Non c’è motivo di nascondere le trasformazioni del corpo perché queste mostrano le decisioni che una donna può prendere con il suo corpo e sul suo corpo.

 

 

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Marina Bychkova, “Enchanted dolls”

 


René Magritte, “Decalcomania”, 1966.

 


Clemente Susini, Venere dei medici, 1780.

 


Venere anatomica, realizzata dall’officina della Specola tra il 1784 e il 1788.

 


Venere anatomica a grandezza naturale in 40 pezzi, mostrata a tre diversi stadi di dissezione. Université de Montpellier, collections anatomiques.

 


Frame da “Ghost in the shell” (2017) di Rupert Sanders, tatto dal manga di Masamune Shirow.

 


Tre frames dal film di animazione “Ghost in the shell” di Mamoru Oshii (1995).

 


Dal ciclo “Cremaster” di Matthew Barney, la modella con gambe protesiche trasparenti Aimee Mullins.

 

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Testi.

 

Massimiliano Sardina
La venere perturbante
The Anatomical Venus | Un saggio di Joanna Ebenstein
2017

“Penetrare il corpo per penetrare Dio. Le Veneri anatomiche – grottesche e seducenti statue scomponibili costruite tra XVIII e XIX secolo al fine di illustrare l’anatomia femminile nei musei, nei panottici e nelle fiere popolari – rappresentano la somma incarnazione del diktat illuministico. La particolare congiuntura storica che le ha partorite tradisce però un confine molto labile tra Scienza, Arte e Religione, ed è in questo contesto ibrido che dobbiamo inquadrarle se vogliamo comprenderne la natura complessa e inquietante in equilibrio tra naturalia e artificialia. Con le Veneri anatomiche, o “cere anatomiche di donne giacenti”, il corpus claustrale medievale letteralmente si schiude per svelare, strato dopo strato, il prodigioso operato di Dio. Capolavori ceroplastici di straordinaria e raffinata fattura, queste sleeping beauty urtano la nostra sensibilità contemporanea suscitando quello che Sigmund Freud definiva come unheimlich, il sentimento del perturbante.”

Prosegui la lettura.

 

Per approfondire il tema di estetica e protesi nell’arte,
Debates in Aesthetics, Vol. 17, No. 2
British Society of Aesthetics.

Contenuti:

Editors’ introduction.
Sarah Kiernan and Claire Anscomb

Lisa Bufano and Aimee Mullins
Disability and the aesthetic
of non-human-like prostheses
Chiara Montalti

Art, artefact and natur
in GIllo Dorfles’ work
For an understanding of our aesthetic constitution.
Filomena Parente

For a brutalità reality I need a brutalità language.
Deception in contemporary art
from the artist’s perspective
Laura Partin

Clicca qui per leggere.

 

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Performance.

 

Intensità.
Corpo, microfoni a contatto.
Installazione indossabile.
Performance, 2023.

 

Ninti.
Performance video, 2019
Martello, scalpello, pennello, acrilico rosso, seme, pinzette, terra acida, pianta di Kalanchoe, radiografie e referto medico.

 

Rizoma.
Zaino, vaso, terra, partenocisso rampicante
(vite rampicante canadese)
Installazione indossabile, 2019.

 

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Rizoma.
Lettura integrale, una pagina alla volta, di “Millepiani” di Gilles Deleuze e Félix Guattari. Vocoidi, contoidi, testo su carta. Performance per voce sola.

 

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11 risposte a “Il corpo senza organi.”

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  3. […] / 1963 d.C. – Il corpo bruciante. / 1969 d.C. – Il corpo inscatolato. / 1972 d.C. – Il corpo senza organi. / 1996 d.C – Il corpo scalare. / 1999 d.C. – Il corpo nascosto. / 2003 d.C. – Il corpo […]

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  5. […] Il corpo senza organi. da “Millepiani” di Gilles Deleuze e Félix Guattari 1972. “Su di esso dormiamo, vegliamo, combattiamo, vinciamo e siamo vinti, cerchiamo il nostro posto, conosciamo le nostre inaudite felicità e le nostre favolose cadute, penetriamo e siamo penetrati, amiamo. […] Il Corpo Senza Organi porta a una percezione di sé più acuta.…” […]

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